Sabato 30 aprile
Monte delle Rose e tradizionale Piantamaggio nella Valle del Campiano.
Il lato ovest dei Monti Sibillini domina la piana di santa Scolastica con Norcia e la Valle Castoriana dal Monte delle Rose, il rilievo intermedio che si affaccia verso la Piana di Castelluccio e sulla città di san Benedetto dove dai suoi 1861 metri sul livello del mare si gode di una vista unica in tutte le direzioni. Vi si accede dalla Forca di Ancarano, lungo il “Sentiero Benedettino” della Valle Castoriana, che porta a sant’Eutizio e Preci, area che fu la culla del monachesimo. Il percorso si snoda ad anello lungo la Valle Cerasa e quella di Patino dove incontra la Grotta omonima, un tempo rifugio importante di pastori, e la salita alla cima che si effettua da una deviazione dalla Forca di Giuda, punto di passaggio del GAS.
Nella bella Valle del Campiano la sera del 30 aprile si svolge da sempre il rituale del Piantamaggio, sentita tradizione di origine Pagana legata ai Baccanali di Primavera. Oltre all’allusivo “significato sessuale” è associato quello propiziatorio della fertilità della Natura e quindi di buon auspicio per i raccolti. Consiste nel taglio di un pioppo a cui si tolgono i rami e quindi trascinato perdendo così la corteccia, alla cima si aggiunge un ramo di ciliegio che simboleggia il matrimonio degli alberie infine vi si fissa la Bandiera Italiana come si faceva con gli Alberi della Libertà nel 1700. Si procede quindi alla fase più spettacolare che consiste nell’alzarlo con corde e scale per poi fissarlo a terra dove rimarrà fino all’anno seguente.
Domenica 17 aprile
Selva di Gallignano e Mercatino al Rio’ de j Archi di Ancona.
La Selva di Gallignano si trova nella frazione che nel XV secolo era uno dei 25 Castelli a difesa della Repubblica di Ancona ed i suoi quasi 33 ettari sono tutelati come Area Floristica Protetta in quanto rappresenta uno degli ultimi “boschi autoctoni” dei rilievi litoranei non tagliato per ottenere superficie da destinare all’agricoltura. Parte della sua estensione ricade nell’Orto Botanico istituito dal Comune nel 2000 che viene condotto dall’Azienda Agraria Didattico-Sperimentale di agricoltura biologica e dall’Università Politecnica delle Marche seguendo il criterio ecologico-vegetazionale. Il bosco si visita con un sentiero che passa per il percorso sensoriale e permette di vedere le sue 5 formazioni forestali.
Le origini di Ancona risalgono al 387 ac quando i Greci di Siracusa si fermarono nell’insenatura naturale dell’Adriatico dandole il nome di Ankon, cioè “gomito”, ad indicare il netto cambio di esposizione della costa dove un giorno l’anno si vede il Sole sorgere dall’acqua e tramontarvi. Il Porto ebbe grande sviluppo nel ‘700 con i lavori dell’architetto Luigi Vanvitelliche realizzò l’isola del Lazzaretto e il “prolungamento” del molo dell’imperatore Traiano. La zona prende il nome di Quartiere degli Archi in riferimento al loggiato di via Marconi che si apre verso il mare con una lunga serie di arcate dove la terza domenica del mese si tiene il Mercatino di modellismo e collezionismo che in anconetano è chiamato Rio’ de j Archi.
Sabato 16 aprile
Val di Panico e Centro visita del Cervo di Castelsantangelo sul Nera.
La Val di Panico è una valle glaciale dei Sibillini racchiusa tra il Pizzo Berro e il Monte Bove a cui si accede da Casali di Ussita sul fondovalle punteggiato di doline, caratteristica ricorrente di tali siti geologici. Si percorre passando sotto al Fosso la Foce, la forra più alta dei Sibillini e una delle maggiori di tutto l’Appennino mentre sulla destra spicca l’imponenza della “dolomitica” parete del Monte Bove nord; inoltrandosi verso la testata della Valle ci si immerge via via in un ambiente sempre più silenzioso e solitario fino alla Forcella della Cervara. La Valle è anche l’impluvio di raccolta delle acque che poco più sotto originano il Torrente Ussita e dopo essere state imbottigliate diventano l’affluente del Nera a Visso.
Il Parco Nazionale dei Monti Sibillini dispone di una variegata rete di Musei nei suoi 18 Comuni. A Castelsantangelo sul Nera, nel “Versante Storico”, si trova l’Ecomuseo del Cervo allestito nella scuola elementare dove accoglie il visitatore il più grande erbivoro d’Europa: un Cervo con il suo palco. Propone una ricostruzione dei diversi ambienti dei Sibillini con plastici e realistici diorami insieme ad una documentazione fotografica e una postazione multimediale. Il Museo ha una sezione all’aperto costituita dai 29 ettari del Centro Faunistico a poca distanza dal paese, un’area recintata in cui i Cervi vengono allevati al fine di reintrodurli nel Parco. Dalla sua istituzione nel 2005 le prime coppie hanno iniziato a riprodursi.
Domenica 10 aprile
Lago di Pilato e visita del Museo della Sibilla di Montemonaco.
Il Lago di Pilato si trova a 1940 metri di altitudine “circondato” dalle pareti del Monte Vettore, la montagna più alta della Regione, ed è l’unico invaso naturale delle Marche oltre che uno dei pochissimi di origine glaciale di tutto l’Appennino. Non è alimentato da corsi d’acqua e dunque si riempie solo grazie alle acque meteoriche in cui vive l’endemico Chirocefalo del Marchesoni, piccolo crostaceo rosso relitto di epoche remote. Ma la fama del luogo è dovuta soprattutto alla leggenda secondo cui vi finì il corpo di Pilato al termine della corsa dei bufali che trainavano il carro su cui fu caricato diventando così meta di cavalieri, negromanti e streghe che nel medioevo vi si recavano per i loro “riti magici”.
Sabato 9 aprile
Pontechiarodovo da Monticelli e visita dei Musei di Genga.
La traversata da Monticelli (nei pressi di Genga) a Pontechiarodovo permette di visitare gran parte degli oltre 10.000 ettari del Parco Regionale della Gola della Rossa e di Frasassi passando per i suoi punti di maggiore interesse, compresi quelli in cui si manifesta il “carsismo” che caratterizza l’Area Protetta. Partendo infatti dal paese di Leone XII il percorso conduce per boschi alla fenditura nella roccia di Valle Scappuccia per proseguire verso il Monte Predicatore nella cui Pineta si possono ammirare i 7 tipi di conifere usati per il rimboschimento operato all’inizio del ‘900 e giungere infine alla Valle del Vernino dove si apre l’omonima Grotta a sviluppo orizzontale su due piani affacciata sulla Gola
Sabato 2 aprile 2016
Paesaggi d’Acqua 8: da Gualdo al Salino e casa museo Osvaldo Licini di Monte Vidon Corrado.
Paesaggi d’Acqua è il progetto di itinerari tra i comuni di Gualdo, Penna san Giovanni e sant’Angelo in Pontano che si sviluppa per oltre 50 Km tra le valli dei torrenti Salino e Tennacola. Il tema che “lega e accomuna” l’intera rete di sentieri è ovviamente l’acqua, da quella del Salino, le cui pozze di sale erano in uso già in epoca romana, a quella che alimenta i mulini del Tennacola fino a quella sulfurea del fosso Patenetta usata nel complesso termale di Villa Saline. La rete attraversa sia i tre borghi storici che le campagne delle dolci colline del maceratese con zone di boschi in alto e vegetazione ripariale lungo i corsi d’acqua. Il percorso numero 8 si sviluppa tra Gualdo e il torrente Salino passando per architetture di interesse religioso.
Nella terra della paglia e dei cappelli Monte Vidon Corrado è un antico castello duecentesco dove nel 1894 nacque il pittore Osvaldo Licini, considerato un maestro dell’astrattismo a livello europeo vincendo nel 1958 (anno della sua morte) la 29ª Biennale di Venezia. Considerò la sua carriera divisa tra “Primitivismo Fantastico”, “Episodi di guerra” e “Realismo?” realizzando Angeli Ribelli, Olandesi Volanti e Amalasunte definendole “Amalasunta è la Luna nostra bella” ispirandosi alla regina degli Ostrogoti nel libro di storia della bambina Caterina che viveva con i Licini in paese. Nella sua Casa Museo da dove osservava Falerone sono conservati opere ed oggetti mentre il Centro Studi fondato nel 1986 organizza le Mostre.
Domenica 3 aprile 2016
Santuario del Peligno e LII Palio della Rana a Fermignano.
All’ingresso della Gola del Furlo, vicino all’Abbazia benedettina di san Vincenzo, il Santuario del Peligno prende il nome dalla famiglia che nel XIV secolo ne curò la prima costruzione dedicata a santa Maria; la chiesa attuale fu ricostruita nel 1820 dopo un terremoto che riscoprì il miracoloso quadro della Madonna meta di pellegrini che la festeggiano l’8 settembre. Un sentiero lo collega al medievale Castello di Pietralata del XI secolo realizzato con pietra rossa su un balcone roccioso a guardia della Flaminia di cui restano le mura alte 10 metri e il Mastio insieme alla canonica collegata da un “aereo” corridoio e la chiesa dedicata alla Trinità la cui “bianca” festa si celebra tradizionalmente la domenica dopo Pentecoste.
Le origini romane di Fermignano sono legate alla sua strategica posizione sul Metauro che attraversa con le tre arcate del ponte, in prossimità del luogo in cui l’esercito vinse in battaglia il cartaginese Asdrubale nel 207 ac. Nel Medioevo si sviluppò la produzione della carta voluta dai Montefeltro e nel 1444 vi nacque l’architetto e pittore Bramante, protagonista del Rinascimento dopo la formazione urbinate. Per celebrare l’indipendenza da Urbino ottenuta nel 1607 grazie a Francesco Maria II Della Rovere nella “domenica in albis” si festeggia il Palio della Rana che consiste in una curiosa corsa tra le sette Contrade con quattro atleti per ognuna che si sfidano “trasportando” le Rane su carriole lungo un percorso di 170 metri.
Per Chiarimenti, Informazioni:
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Tel: 0734 641395